Analisi
del testo filosofico
IZATF1
Moda Sara
classe 3^ A Ling.
a.s.
2006/07
ALLEGORIA DELLA CAVERNA
A: Il filosofo
greco Platone, vissuto nel V secolo a.C, è uno dei
pensatori dell’antichità che hanno maggiormente influenzato la nostra cultura
occidentale. Egli nacque ad Atene nel 428 o
Tutto il pensiero di Platone è raccolto nel Corpus
Platonicum composto di trentasei titoli, tra cui i dialoghi platonici. Essi
sono stati raggruppati in tre gruppi d’opere: dialoghi socratici, della
maturità e della vecchiaia.
L’opera qui analizzata è il famoso mito della caverna
narrato nel VII libro della Repubblica e composto di settant’uno righe. In esso
troviamo tutta la teoria platonica della conoscenza e il rapporto tra filosofia
e vita, infatti conoscere il Bene significa anche praticarlo, e il filosofiche
ha conosciuto la verità del mondo delle Idee deve tornare a rischio anche della
vita fra gli uomini per liberarli dalle
catene che simboleggiano la conoscenza illusoria del mondo sensibile.
B
B. 2 Il mito della caverna è un dialogo tra Socrate e
il suo interlocutore è Glaucone.
B.3 CAVERNA (r 3),
SOLE (r 47), UOMINI (r 4), FUOCO (r 7), OMBRE (r 14), CATENA (r 6).
B. 4
4.1: L’autore utilizza questi termini sorprendenti con
un significato diverso da quello che hanno per noi: la caverna è
utilizzata per simboleggiare il mondo sensibile, il nostro mondo, il sole
è il Vero Bene, gli uomini sono utilizzati con l’accezione di
prigioniera del mondo sensibile. Il termine fuoco indica invece la
conoscenza illusoria e le ombre, l’interpretazione sensibile delle cose.
Le catene, per ultimo, indicano ciò che tiene gli uomini prigionieri nel
mondo sensibile.
4.2 Platone utilizza alcuni di questi termini
sorprendenti in diversi brani. Nel brano 17, Platone usa la parola ombre come
sagome proiettate delle “cose che sono”, tuttavia conserva lo stesso valore
allegorico che ha nel mito. Anche il termine luce nel brano 18 conserva il
medesimo significato allegorico.
4.3 Nel nostro dizionario i termini sorprendenti hanno
un significato diverso e non allegorico come qui. UOMO usato con accezione di
prigioniero indica invece ciascun essere dotato di ragione, CAVERNA è una
grotta e non certo il mondo sensibile, il SOLE è un astro e il FUOCO uno dei
quattro elementi.
L’OMBRA è la sagoma oscura proiettata da un corpo se
esposto alla luce, e CATENE indica un legame tra anelli di ferro.
C
C1 PARAGRAFAZIONE
Da riga
da riga
da riga
da riga
da riga
da riga
da riga
C 1.2 I paragrafo: Immagine della caverna
II p. Riflessione sullo stato dei prigionieri
III p. La liberazione dello schiavo e lo scioglimento
dalle catene
IV p. L’uscita dalla caverna
V p. la contemplazione della vera realtà
VI p. Voler rimanere ma dover ritornare
VII p. il ritorno e la derisione
C 1.3
Le parole chiavi presenti nel testo sono: caverna,
prigionieri, fuoco, luce, muricciolo, ombra, statue, acqua, oggetti riflessi,
contemplare. Tutti questi termini concorrono ad essere punti di svolta che
danno significato al testo.
C2 SCOMPOSIZIONE DELLO SPESSORE
C 2.1: Platone attraverso questo mito ci vuol
dimostrare innanzitutto che la verità è unica e che le opinioni (doxa) sono molte e false. Per giungere alla verità, egli ci
dice che esistono quattro gradi di conoscenza attraverso i quali si passa
gradualmente: le immagini proiettate sullo sfondo sono il primo grado o eikasia cioè l’immagine iniziale, le
statue poste dietro il muricciolo ( che divide il mondo sensibile da quello
intelligibile) rappresentano il secondo grado o pistis, cioè la credenza. Il terzo grado o dianoia è rappresentato dagli oggetti che si specchiano nelle
pozzanghere e simboleggiano le idee matematiche, i numeri, l’ultimo grado, cioè
il quarto o noesis è rappresentato
dal sole cioè la folgorazione diretta. I primi due gradi rappresentano
l’opinione ( doxa) mutevole e che riguarda unicamente
ciò che cambi, gli ultimi due gradi rappresentano la conoscenza vera e stabile
di ciò che è. La tesi l’ho individuata tra le righe 42-51.
C 2.2 Platone per spiegare questo mito utilizza le
figure delle ombre e del sole. Nelle tesi che egli sostiene dice infatti che la
verità è una sola, per questo nel mito è paragonata al sole che anch’esso è
unico. Per quanto riguarda le opinioni esse sono molte e mutevoli e qui sono
paragonate alle ombre false e illusorie. I prigionieri infatti avevano avuto
modo di conoscere solo la falsa realtà data dalle ombre (ecco perché le
opinioni sono molte e false) e non quella vera e propria del mondo intelligibile.
C 2.3 Di assiomi presenti nel testo ne ho individuato
solo due riguardo la schiavitù. Platone infatti non ci da alcuna spiegazione a
riguardo, poiché era una condizione normale ed abituale alla sua epoca, inoltre
egli da assolutamente per scontato che il prigioniero voglia uscire. Platone è
convinto ancora che il sole generi le stagioni e gli anni, e non ci da nemmeno
spiegazione, ma solo come convinzione che il prigioniero guardando la luce
provi dolore.
C 2.4 Platone per argomentare usa strategie come
citazioni di Omero (riga 58/59) oppure utilizza molti esempi di vita quotidiana
che coinvolgono il lettore che si sente così partecipe al dialogo, oppure fa
molte domande incalzanti che hanno il compito di far riflettere.
D STORICIZZAZIONE DEL TESTO
D. 1 Platone in questo testo fa riferimento
direttamente alla condizione di schiavitù cui sono sottoposti i prigionieri,
inoltre questo mito fa chiari riferimenti alla vita e alla morte di Socrate,
soprattutto nella parte finale, infatti lo schiavo liberato rappresenterebbe il
filosofo che ha scoperto la verità ultima e che ritorna nel mondo per
annunciarla agli uomini i quali convinti delle loro opinioni lo deridono (nel
mito) lo processano (nella realtà).
D. 2 Come valore ho individuato la credenza ( che ho
riscontrato tutt’oggi) che guardare il sole direttamente ci si rovini la vista.
Platone inoltre da per scontato che gli uomini non ascoltino la verità
(pregiudizio)
D. 3 Platone fu allievo di Socrate dal quale venne
senza dubbio influenzato. Platone nella sua filosofia affronta il problema
della conoscenza e per arrivare ad essa si rifà alla ricerca socratica,
componente di base della filosofia. Egli arriva a dire che “conoscere è
ricordare “ e quindi l’anima è immortale. Ciò riconduce alla cura dell’anima
professata da Socrate! (la conoscenza è conoscere meglio se stessi!). In questo
mito Platone si rifà anche alla filosofia di Parmenide, conciliando la
necessaria eternità e immutabilità di ogni cosa con il cambiamento, il divenire
che si riscontra nel mondo sensibile.
E
E. 1
1.1: io accetto il presupposto che il prigioniero
abbia voglia di uscire (anche se credo sia intimorito e angosciato) tuttavia,
come cittadina di un mondo libero e moderno non accetto il presupposto della
schiavitù sebbene comprenda la normalità di questa situazione all’epoca.
E. 1.2: I significati che cambiano sono: luce dapprima
intesa come luce del fuoco quindi conoscenza illusoria e parziale in quanto
proietta le ombre delle Idee, poi come luce del sole intesa quindi come idea
del bene.
E 1.3: a mio parere le argomentazioni utilizzate da
Platone sono molto valide, poiché riescono a far comprendere ciò che vuole
trasmettere.
E. 2 Secondo me questo testo porta in luce problemi di
validi sempre. Io sono d’accordo con Platone nell’affermare che di verità ce
n’è una sola, tuttavia sono anche d’accordo nell’ammettere che come i
prigionieri noi uomini facciamo fatica ad apprenderla, forse per paura delle
conseguenze che può avere. È stupefacente come questo brano millenario
rispecchi la situazione odierna di noi uomini. Secondo me noi oggi, siamo veramente
imprigionati in questo mondo falso ed illusorio e chiunque fuoriesca da esso e
dai suoi schemi (schiavo) è solamente deriso ed emarginato.
E. 3 Caro Platone, non sai che onore è per me
scriverti questa lettera. Sono molto emozionata, poiché mai prima d’ora ho
avuto l’occasione di scrivere ad un talento come te! Ci hai9 lasciato un enorme
bagaglio e inestimabile culturale e di questo noi uomini te ne saremo sempre
grati. (anche se devo dire che noi giovani abbiamo bisogno di una guida che ci
aiuti a capire il tuo pensiero!) Sono
stata molto affascinata dalla tua vita, piena di andirivieni! Chissà com’era
vivere ad Atene! Tu poi, hai viaggiato molto e che bei viaggi!
Poi hai partecipato a grandi avvenimenti come le tre
spedizioni militari e non dimentichiamo la caduta dei trenta tiranni! E poi..
sei stato allievo del grande Scorate, che fortuna! Di certo la tua vita
non è stata noiosa e monotona, per non
parlare del fatto che hai aperto una scuola di filosofia, e facendo ciò tu sei
stato un punto di riferimento per molte generazioni passate, presenti e so già
lo sarai anche per quelle future. Perciò, grazie Platone di tutto!
Sara