Analisi del testo filosofico

IZATF1

Moda Sara

classe 3^ A Ling.

a.s. 2006/07

 

ALLEGORIA DELLA CAVERNA

 

A: Il filosofo greco Platone, vissuto nel V secolo a.C, è uno dei pensatori dell’antichità che hanno maggiormente influenzato la nostra cultura occidentale. Egli nacque ad Atene nel 428 o 427 a.C. ed il suo vero nome fu Aristocle. Conobbe a ventotto anni Socrate di cui divenne allievo, testimoniando nei dialoghi le dottrine del maestro, teorizzando l’esistenza di idee eterne ed immutabili. Assieme assistettero alla caduta del governo dei trenta tiranni e alla restaurazione della democrazia. Egli pensava che filosofia e politica avessero un denominatore comune fossero cioè collegate, per questo egli ebbe sempre il desiderio di partecipare alla creazione di uno stato giusto. Compì così tre viaggi a Siracusa in Magna Grecia dove trovò ascolto presso la tirannide di Dionigi il vecchio. Il suo sogno rimase tuttavia non coronato. Nel 387 fondò una scuola filosofica, Accademia, che dopo i tre viaggi impegnò Platone fino alla morte che lo colse nel 348-347 all’età di ottant’anni.

Tutto il pensiero di Platone è raccolto nel Corpus Platonicum composto di trentasei titoli, tra cui i dialoghi platonici. Essi sono stati raggruppati in tre gruppi d’opere: dialoghi socratici, della maturità e della vecchiaia.

L’opera qui analizzata è il famoso mito della caverna narrato nel VII libro della Repubblica e composto di settant’uno righe. In esso troviamo tutta la teoria platonica della conoscenza e il rapporto tra filosofia e vita, infatti conoscere il Bene significa anche praticarlo, e il filosofiche ha conosciuto la verità del mondo delle Idee deve tornare a rischio anche della vita fra gli uomini per liberarli dalle  catene che simboleggiano la conoscenza illusoria del mondo sensibile.

 

B

B. 2 Il mito della caverna è un dialogo tra Socrate e il suo interlocutore è Glaucone.

 

B.3 CAVERNA (r 3), SOLE (r 47), UOMINI (r 4), FUOCO (r 7), OMBRE (r 14), CATENA (r 6).

 

B. 4

4.1: L’autore utilizza questi termini sorprendenti con un significato diverso da quello che hanno per noi: la caverna è utilizzata per simboleggiare il mondo sensibile, il nostro mondo, il sole è il Vero Bene, gli uomini sono utilizzati con l’accezione di prigioniera del mondo sensibile. Il termine fuoco indica invece la conoscenza illusoria e le ombre, l’interpretazione sensibile delle cose. Le catene, per ultimo, indicano ciò che tiene gli uomini prigionieri nel mondo sensibile.

 

4.2 Platone utilizza alcuni di questi termini sorprendenti in diversi brani. Nel brano 17, Platone usa la parola ombre come sagome proiettate delle “cose che sono”, tuttavia conserva lo stesso valore allegorico che ha nel mito. Anche il termine luce nel brano 18 conserva il medesimo significato allegorico.

 

4.3 Nel nostro dizionario i termini sorprendenti hanno un significato diverso e non allegorico come qui. UOMO usato con accezione di prigioniero indica invece ciascun essere dotato di ragione, CAVERNA è una grotta e non certo il mondo sensibile, il SOLE è un astro e il FUOCO uno dei quattro elementi.

L’OMBRA è la sagoma oscura proiettata da un corpo se esposto alla luce, e CATENE indica un legame tra anelli di ferro.

 

C

C1 PARAGRAFAZIONE

Da riga 1 a 12

da riga 12 a 22

da riga 22 a 33

da riga 34 a 41

da riga 41 a 51

da riga 51 a 61

da riga 62 a 71

 

C 1.2 I paragrafo: Immagine della caverna

II p. Riflessione sullo stato dei prigionieri

III p. La liberazione dello schiavo e lo scioglimento dalle catene

IV p. L’uscita dalla caverna

V p. la contemplazione della vera realtà

VI p. Voler rimanere ma dover ritornare

VII p. il ritorno e la derisione

 

C 1.3

Le parole chiavi presenti nel testo sono: caverna, prigionieri, fuoco, luce, muricciolo, ombra, statue, acqua, oggetti riflessi, contemplare. Tutti questi termini concorrono ad essere punti di svolta che danno significato al testo.

 

C2 SCOMPOSIZIONE DELLO SPESSORE

 

C 2.1: Platone attraverso questo mito ci vuol dimostrare innanzitutto che la verità è unica e che le opinioni (doxa) sono molte e false. Per giungere alla verità, egli ci dice che esistono quattro gradi di conoscenza attraverso i quali si passa gradualmente: le immagini proiettate sullo sfondo sono il primo grado o eikasia cioè l’immagine iniziale, le statue poste dietro il muricciolo ( che divide il mondo sensibile da quello intelligibile) rappresentano il secondo grado o pistis, cioè la credenza. Il terzo grado o dianoia è rappresentato dagli oggetti che si specchiano nelle pozzanghere e simboleggiano le idee matematiche, i numeri, l’ultimo grado, cioè il quarto o noesis è rappresentato dal sole cioè la folgorazione diretta. I primi due gradi rappresentano l’opinione ( doxa) mutevole e che riguarda unicamente ciò che cambi, gli ultimi due gradi rappresentano la conoscenza vera e stabile di ciò che è. La tesi l’ho individuata tra le righe 42-51.

 

C 2.2 Platone per spiegare questo mito utilizza le figure delle ombre e del sole. Nelle tesi che egli sostiene dice infatti che la verità è una sola, per questo nel mito è paragonata al sole che anch’esso è unico. Per quanto riguarda le opinioni esse sono molte e mutevoli e qui sono paragonate alle ombre false e illusorie. I prigionieri infatti avevano avuto modo di conoscere solo la falsa realtà data dalle ombre (ecco perché le opinioni sono molte e false) e non quella vera e propria del mondo intelligibile.

 

C 2.3 Di assiomi presenti nel testo ne ho individuato solo due riguardo la schiavitù. Platone infatti non ci da alcuna spiegazione a riguardo, poiché era una condizione normale ed abituale alla sua epoca, inoltre egli da assolutamente per scontato che il prigioniero voglia uscire. Platone è convinto ancora che il sole generi le stagioni e gli anni, e non ci da nemmeno spiegazione, ma solo come convinzione che il prigioniero guardando la luce provi dolore.

 

C 2.4 Platone per argomentare usa strategie come citazioni di Omero (riga 58/59) oppure utilizza molti esempi di vita quotidiana che coinvolgono il lettore che si sente così partecipe al dialogo, oppure fa molte domande incalzanti che hanno il compito di far riflettere.

 

D STORICIZZAZIONE DEL TESTO

D. 1 Platone in questo testo fa riferimento direttamente alla condizione di schiavitù cui sono sottoposti i prigionieri, inoltre questo mito fa chiari riferimenti alla vita e alla morte di Socrate, soprattutto nella parte finale, infatti lo schiavo liberato rappresenterebbe il filosofo che ha scoperto la verità ultima e che ritorna nel mondo per annunciarla agli uomini i quali convinti delle loro opinioni lo deridono (nel mito) lo processano (nella realtà).

 

D. 2 Come valore ho individuato la credenza ( che ho riscontrato tutt’oggi) che guardare il sole direttamente ci si rovini la vista. Platone inoltre da per scontato che gli uomini non ascoltino la verità (pregiudizio)

 

D. 3 Platone fu allievo di Socrate dal quale venne senza dubbio influenzato. Platone nella sua filosofia affronta il problema della conoscenza e per arrivare ad essa si rifà alla ricerca socratica, componente di base della filosofia. Egli arriva a dire che “conoscere è ricordare “ e quindi l’anima è immortale. Ciò riconduce alla cura dell’anima professata da Socrate! (la conoscenza è conoscere meglio se stessi!). In questo mito Platone si rifà anche alla filosofia di Parmenide, conciliando la necessaria eternità e immutabilità di ogni cosa con il cambiamento, il divenire che si riscontra nel mondo sensibile.

 

 

 

E

E. 1

1.1: io accetto il presupposto che il prigioniero abbia voglia di uscire (anche se credo sia intimorito e angosciato) tuttavia, come cittadina di un mondo libero e moderno non accetto il presupposto della schiavitù sebbene comprenda la normalità di questa situazione all’epoca.

 

E. 1.2: I significati che cambiano sono: luce dapprima intesa come luce del fuoco quindi conoscenza illusoria e parziale in quanto proietta le ombre delle Idee, poi come luce del sole intesa quindi come idea del bene.

 

E 1.3: a mio parere le argomentazioni utilizzate da Platone sono molto valide, poiché riescono a far comprendere ciò che vuole trasmettere.

 

E. 2 Secondo me questo testo porta in luce problemi di validi sempre. Io sono d’accordo con Platone nell’affermare che di verità ce n’è una sola, tuttavia sono anche d’accordo nell’ammettere che come i prigionieri noi uomini facciamo fatica ad apprenderla, forse per paura delle conseguenze che può avere. È stupefacente come questo brano millenario rispecchi la situazione odierna di noi uomini. Secondo me noi oggi, siamo veramente imprigionati in questo mondo falso ed illusorio e chiunque fuoriesca da esso e dai suoi schemi (schiavo) è solamente deriso ed emarginato.

 

E. 3 Caro Platone, non sai che onore è per me scriverti questa lettera. Sono molto emozionata, poiché mai prima d’ora ho avuto l’occasione di scrivere ad un talento come te! Ci hai9 lasciato un enorme bagaglio e inestimabile culturale e di questo noi uomini te ne saremo sempre grati. (anche se devo dire che noi giovani abbiamo bisogno di una guida che ci aiuti a capire il tuo pensiero!)  Sono stata molto affascinata dalla tua vita, piena di andirivieni! Chissà com’era vivere ad Atene! Tu poi, hai viaggiato molto e che bei viaggi! La Magna Grecia e tre volte Siracusa…

Poi hai partecipato a grandi avvenimenti come le tre spedizioni militari e non dimentichiamo la caduta dei trenta tiranni! E poi.. sei stato allievo del grande Scorate, che fortuna! Di certo la tua vita non  è stata noiosa e monotona, per non parlare del fatto che hai aperto una scuola di filosofia, e facendo ciò tu sei stato un punto di riferimento per molte generazioni passate, presenti e so già lo sarai anche per quelle future. Perciò, grazie Platone di tutto!

Sara

 

 

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