KIERKEGAARD :   Lo stato d'animo come dimensione del seduttore    (da: Aut-aut)

 

1    La concezione estetica considera anche la personalità in relazione al mondo che la circon-            

da, e l'espressione di questo, riflettendosi nella personalità, è il godimento. Ma l'espressione   

estetica del godimento, nel suo rapporto colla personalità, è lo stato d'animo. Nello stato d'a-    

nimo infatti è presente la personalità, ma è presente vagamente. Chi vive esteticamente infatti   

cerca per quanto è  possibile di perdersi nello stato d'animo, cerca di avvolgersi completamen-      

te in esso, fin che in lui non rimanga nulla che non ne possa venir assorbito, perché un simile

residuo ha sempre un effetto perturbatore, che distoglie dal godimento. Quanto più la perso-     

nalità è vagamente presente nello stato d'animo, tanto più l'individuo è nel momento, e questa          

è di nuovo l'espressione più adeguata per l'esistenza estetica; essa è nel momento. Da ciò le           

10   enormi oscillazioni alle quali è esposto chi vive esteticamente. Anche chi vive eticamente co-

nosce gli stati d'animo, ma per lui essi non sono la cosa principale; poiché ha scelto se stesso in-

finitamente, egli è in grado di controllarli. Quel di più che non vuole rientrare negli stati d'a-    

nimo è proprio quella continuità che per lui è il valore più alto. Chi vive eticamente ha, per ri-

cordare una espressione precedente, memoria per la sua vita, chi invece vive esteticamente         

non l'ha affatto. Chi vive eticamente non distrugge lo stato d'animo, ma lo considera un atti-       

mo; questo attimo lo salva dal vivere nel momento, questo attimo gli dà la padronanza sul pia-  

cere. L'arte di signoreggiare il piacere non sta tanto nel distruggerlo o nel rinunziarvi com-

pletamente, quanto nel determinare il momento. Prendi qualsiasi piacere tu voglia; il suo se-    

greto, il suo potere sta nel fatto che esso è nel momento assoluto. Si sente spesso la gente dire       

20   che l'unico mezzo è di astenersi completamente dai piaceri. Questo è un metodo assai errato,

che può aver successo solo per un certo tempo. Immagina una persona che fosse dedita al gio-     

co. In lui la passione si accende con tutta la sua violenza, è come se fosse in gioco la sua vita se   

non vien soddisfatta; ma se il giocatore è in grado di dire a se stesso: «in questo istante non vo- 

glio, solo tra un' ora», egli è guarito. Quest' ora è la continuità che lo salva. Lo stato d'animo           

di chi vive esteticamente è sempre eccentrico, perché egli ha il suo centro nella periferia. La

personalità ha il suo centro in sé, e chi non possiede se stesso, è eccentrico. Lo stato d'animo di    

chi vive eticamente è centralizzato, egli non è immerso nello stato d'animo e neppure coincide   

collo stato d'animo; ma ha lo stato d'animo e lo ha in sé. Quello per cui egli lavora è la conti-   

nuità, ed essa è sempre la maestra degli stati d'animo. La sua vita non manca di stato d'animo,        

30   ha anzi uno stato d'animo totale, ma questo è acquisito, è quello che si potrebbe chiamare un

aequale temperamentum, che non è uno stato d'animo estetico, dato che nessuno l'ha per natu-      

ra o spontaneamente.

 

 

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