ANALISI DEL TESTO FILOSOFICO

Platone

La Repubblica, VIII, 561-564


Ora, a distruggere anche la democrazia non è pure l'insaziabilità di ciò che essa

definisce un bene?

 - Secondo te, che cosa definisce così?

 - La libertà, risposi. In uno stato democratico sentirai dire che la libertà è il  bene          

5  migliore e che soltanto colà dovrebbe perciò abitare ogni spirito naturalmente libero.  

- Sì, ammise, è una frase molto comune.

- Ebbene, feci, come or ora stavo per dire, l'insaziabilità di libertà e la noncuranza del

resto non mutano anche questa costituzione e non la preparano a ricorrere fatalmente

alla tirannide?

10  - Come?, chiese.

- Quando, credo, uno stato democratico, assetato di libertà, è alla mercé di cattivi

coppieri e troppo s'inebria di schietta libertà, allora, a meno che i suoi governanti non  

siano assai miti e non concedano grande  libertà, li pone in stato d'accusa e li castiga

come scellerati e oligarchici.

15  - Sì, si comporta così, disse.

- E coloro, continuai, che obbediscono ai governanti, li copre di improperi trattandoli    

da gente contenta di essere schiava e buona a nulla, mentre loda e onora privatamente 

e pubblicamente i governanti che sono simili ai governati e i governati che sono      

simili ai governanti. Non è inevitabile  che in  uno stato siffatto il principio di libertà      

20  si allarghi  a tutto?

- Come no?

- E così, mio caro, dissi, vi nasce l'anarchia e si insinua nelle dimore private e  si  

estende fino alle bestie. Come possiamo dire una cosa simile?, chiese.

- Per esempio, risposi, nel senso che il padre si abitua a rendersi simile al figlio e a     

25  temere i figlioli, e il figlio simile al padre e a non sentire nè rispetto nè timore dei

genitori, per poter essere libero; e che il meteco si parifica al cittadino e il cittadino al

meteco e  così dicasi per lo straniero.

– Sì, avviene così rispose.

- A questo si aggiungono, ripresi, altre bagattelle, come queste: in un simile ambiente    

30  il maestro teme e adula gli scolari, e gli scolari s'infischiano dei maestri e così pure

dei pedagoghi. In genere i giovani si pongono alla pari degli anziani e li emulano nei

discorsi  e nelle opere, mentre i vecchi accondiscendono ai giovani e si fanno giocosi    

e faceti, imitandoli, per non passare da spiacevoli e  dispotici.

- Senza dubbio disse.

35  – Però  mio caro, feci io, l'estremo della libertà cui la massa può giungere in un simile

stato si ha quando uomini e donne comperati sono liberi tanto quanto gli acquirenti. E

quasi ci siamo scordati di dire quanto grandi siano la parificazione  giuridica e la    

libertà nei rapporti reciproci tra uomini e donne.

- Ebbene, fece, con Eschilo non “ diremo quel che ora è venuto alle labbra”?

40  - Senza dubbio risposi, così dico anch'io. Consideriamo le bestie soggette agli 

uomini: nessuno potrà persuadersi,  senza farne esperienza, di quanto siano più libere

qui che in un altro stato. Le cagne, per stare al proverbio, sono esattamente come le 

loro padrone; e ci sono cavalli e asini che, abituati a camminare in piena libertà e

solennità, cozzano per le strade contro i passanti, se non si scansano. E dappertutto   

45  c'e questa libertà.

- Mi stai raccontando proprio il mio sogno, rispose; quando vado in campagna, questo

caso mi succede spesso.

- Ora, ripresi, non pensi quanto l'anima dei cittadini si lasci impressionare dal   

sommarsi di tutte queste circostanze insieme raccolte, al punto che uno, se gli si         

50  prospetta anche la minima schiavitù, si sdegna e non la tollera? E tu sai che finiscono 

con il trascurare del tutto le leggi scritte o non scritte, per essere assolutamente  senza                                       padroni.

- Certo che lo so, disse.

Ecco dunque, mio caro, ripresi, qual è a mio parere l'inizio, bello e gagliardo, donde                                                      

55   viene la tirannide.

- Gagliardo, sì, rispose; ma che cosa viene poi?

– Quell'identico morbo, dissi, che, sorto nell'oligarchia, l'ha portata a rovina, sorge

anche nella democrazia nascendo dalla licenza, e, più intenso e forte, la riduce

schiava. In realtà ogni eccesso suole comportare una grande trasformazione , nel

60  senso opposto: così nelle stagioni come nelle piante e  nei corpi e anche, in sommo

grado, nelle costituzioni.

– E’ naturale, disse.

- L'eccessiva libertà, sembra, non può trasformarsi che in eccessiva schiavitù, per un

privato come per uno stato.

65  – E’ naturale, sì.

 – E’ naturale, quindi, continuai, che la tirannide non si formi da altra costituzione

che la democrazia; cioè, a mio avviso, dalla somma libertà viene la schiavitù

maggiore e più feroce.

 – E’ logico, ammise.

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